giovedì, Settembre 12, 2024

IL SIMBOLO DEL DRAGO ROVESCIATO

L’Uroboro o Ouroboros è un simbolo molto antico, presente in molti popoli e in diverse epoche, apparente immobile ma in eterno movimento rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, l’energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose che ricominciano dall’inizio dopo aver raggiunto la propria fine. Simboleggia quindi l’unita’, la totalita’ del mondo, l’infinito, il tempo ciclico, l’eterno ritorno, l’immortalita’ e la perfezione.

Esso viene rappresentato da un serpente o da un drago che morde ed inghiotte la propria coda. È stato adottato come simbolo nello gnosticismo e nell’ermetismo e in particolare nell’alchimia, associabile a tutto ciò che può essere rappresentato attraverso un ciclo che, dopo aver raggiunto la propria fine, ricomincia dall’inizio ancora una volta, all’infinito. Questa immagine molto diffusa rappresenta il cerchio nel suo personificare l’eterno ritorno. Indica che ad ogni fine corrisponde un nuovo inizio, in una ripetizione costante. 

L’atto di fondazione dell’ordine del Dragone recitava: per segno ossia effiegie scegliamo ed accettiamo quella del drago ricurvo a modo di circolo, girante su se stesso, con la coda attorcigliata al collo, diviso nel dorso in due parti, dalla sommita’ del capo e dal naso fino alla estremita’ della coda, da un flusso di sangue uscente dalla spaccatura profonda di una ferita bianca e priva di sangue e sul davanti porteremo pubblicamente una croce rossa, allo stesso modo di coloro che, militando sotto il vessillo del glorioso martire Giorgio, usano portare una croce rossa in campo bianco” 

Il Drago rappresenta  il “guardiano della soglia”, custode del tesoro spirituale iniziatico che il neofita deve affrontare e vincere per compiere il proprio pecorso iniziatico. Tante le congetture e tante le ipotesi ancora da tutte verificare, resta il fatto che di questo  simbolo se ne possono ammirare soltanto pochissimi esempi in Europa.

Foto del Drago rovesciato, ritrovata presso il palazzo Baratta di Castrovillari (Cs)